Nature Inquiete e Sinistri Accadimenti #Presentazione #Intervista

Cari Riflessi, oggi vi presento Le Vette Dell'Abisso di Roberto Berenzin, in collaborazione con la casa editrice Bibliotheka.
Buona Lettura!
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Formato cartaceo: € 10,00
(disponibile anche in versione eBook)
Pagine: 173
Editore: Bibliotheka
Autrice: Aurora Cecchini

I media di questo millennio si alimentano di fatti di cronaca nera. Nature umane maledette, guidate da istinti bestiali e vittime del progresso autodistruttivo, sono gli assoluti protagonisti del nostro malessere sociale. Individui pericolosi che compongono un inarrestabile esercito portatore di morte. Agiscono guidati da devianze psicologiche ossessive e compulsive, uomini e donne della porta accanto, persone normali logorate da esistenze sempre più difficoltose. Il loro impegno quotidiano diventa oneroso da sostenere e, un problema di troppo, scatena gli istinti più bassi. Così un’esagerata ambizione, una profonda depressione o un volgare tradimento, trasformano l’essere umano in una bestia. Ma, dove termina la volontà dell’uomo, inizia quella del fato, l’evento fortuito che caratterizza i nostri incubi peggiori. Nature inquiete e sinistri accadimenti è una serie di racconti distinta in due temi diversi: il primo, una decifrazione del comportamento insano di persone con devianze psicologiche che le inducono a commettere atti criminali. Il secondo, quello legato a strani scherzi del destino o tragiche coincidenze che tracciano il disegno delle nostre esistenze, a noi ignoto.

Ci sono opere che riescono a scavare nel perturbante, ad aprire quelle porte in cui si nascondono le più inquietanti e sottocutanee mostruosità che albergano nel nostro io. Aurora Cecchini è un’autrice che ama giocare nelle tenebre, che si diverte a scoperchiare il Vaso di Pandora in cui alberga la paura. Reazioni violente e criminali, personalità ossessivo-compulsive, parafernalia di attività sessuali perverse. La sua raccolta di racconti Nature inquiete e sinistri accadimenti è un luna park dell’orrore, una casa delle streghe in cui entrare a rischio e pericolo del lettore. Abbiamo chiesto all’autrice di entrare nel dettaglio del suo lavoro dalle tinte rosso sangue..

Parafilie, quali feticismo, pedofilia, sadismo. Devianze psicologiche, quali depressione omicida, delirio di onnipotenza, nevrosi, autolesionismo...i temi affrontai nel suo lavoro sono scomodi e capaci di scuotere le coscienze. Da dove trae origine questa poetica del macabro che la contraddistingue?
Forte in me è sempre stato il terrore della morte. Non ho mai creduto in un’esistenza oltre la vita terrena e negare la morte, rifiutando il pensiero che essa è la fine di tutto, mi ha spinto a esorcizzare lo spettro che la morte stessa rappresenta. In senso figurativo, cercare di rimuovere, di dimenticare, di tenere lontano il pensiero di una morte infallibile, inesorabile e puntuale, quale unica certezza della vita, rappresenta la giusta propulsione che alimenta il mio spirito narrativo. Calarmi nella dimensione macabra del mondo e delle nature umane, enfatizzando l’immaginario collettivo con dettagli ed evocazioni, è l’illusione pura della mia eternità. La scrittura come unica via per l’immortalità. 

Freud e la sua teoria psicanalitica riveste un ruolo basilare all’interno dei suoi scritti. Quale dei racconti che compongono Nature inquiete e sinistri accadimenti è quello che risente maggiormente del padre della psicanalisi?
Quello più freudiano è indiscutibilmente “Esso: il s-esso e l’ampl-esso” in cui trova la sua massima espressione la nevrosi, ossia, un insieme di disordini psichici causati da un’affezione generale del sistema nervoso. Secondo Freud, ogni nevrosi ha alla base un conflitto irrisolto riguardante la sfera sessuale. Nella protagonista, una Lorena Bobbit decifrata, l’esperienza della sofferenza psicologica data da una nevrosi incancrenita, non è di per sé un problema; lo diventa solo quando questa rende molto difficoltose le relazioni affettive-sessuali.

La violenza è un catalizzatore senza pari dell’universo mediatico. Fra tutti i fatti di cronaca nera dell’ultimo ventennio quale secondo lei e perché ha segnato maggiormente l’immaginario collettivo?
Purtroppo ce ne sono tanti e indimenticabili. I peggiori, che la nostra ragione non riesce a spiegarsi, sono senza dubbio quelli legati a omicidi di bambini. Il caso di Tommy Onofri, il giallo di Cogne con la morte di Samuele Lorenzi, i delitti del mostro di Foligno, gli omicidi di Chiara Scazzi, Yara Gambirasio. I bambini sono indifesi, facilmente manipolabili, dominabili. È di gran lunga l’atto violento più crudele compiuto dall’essere umano.

Nella biografia afferma di essere cresciuta con i racconti di Edgar Allan Poe e i film di Alfred Hitchcock. Ma leggendo il suo lavoro risultano evidenti altre e molteplici influenze. Può dirci quali?
Due, fra i più illustri scrittori horror, rappresentano i miei miti ispiratori. Il primo, Howard Phillips Lovecraft, mi affascinò da ragazzina con “Storie macabre” iniziandomi ai racconti brevi tratti, per lo più, dai miei incubi notturni. Il secondo, indiscusso re, Stephen King, accanito sostenitore di Lovecraft, che celebra nel suo saggio “On writing” omaggiandolo esplicitamente nel racconto “La nebbia”.

L’ultimo racconto, Sexy bomba, mette in scena il più grande spauracchio del millennio: il terrorismo e la percezione di un pericolo che sembra annidarsi ovunque, sebbene non sia assolutamente discernibile. Cosa pensa che dovremmo aspettarci dall’Isis nel prossimo futuro?
“Sexy bomba” è stato volutamente posto alla fine del libro, perché interpreta il terrore del presente quotidiano, la brutale privazione della libertà e della vita. L’attentato alle Torri Gemelle, al periodico Charlie Hebdo, l’escalation di violenze in Medio Oriente, i fatti di Parigi ci portano continuamente indietro nel tempo e, fra gli altri, al terrorismo italiano degli anni di piombo. La paura di venire sopraffatti da un modo di pensare e di agire che sostiene obiettivi radicali e metodi di lotta esclusivista, intollerante e severa è un terrore profondo perché violento, irragionevole e spietato. La paura è un’emozione primaria del genere umano ed è dominata dall’istinto. La paura che c’imprime un atto terroristico, derivante da un pensiero estremista, c’induce a vivere situazioni normalissime e quotidiane, con profondo disagio che diviene espressione di uno stato mentale. Non voglio aspettarmi nulla dall’Isis ma contare fattivamente sul provvedimento migliore da parte della Comunità internazionale chiamata ad agire: la via diplomatica. Mettere tutti i soggetti moderati intorno a un tavolo e favorire la stabilizzazione interna, per evitare il più possibile un confronto diretto, è l’aspettativa di un’umanità migliore. Il desiderio di pareggiare i conti con una giusta punizione, ricambiando le medesime brutalità e barbarie subite, è controproducente e altrettanto pericoloso…come nel finale del mio racconto.

Intervista a cura della redazione di Bibliotheka

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